Riforma del catasto: ultime notizie

Riforma del catasto, quando entra in vigore?

Posticipata nuovamente la tanto attesa riforma del catasto.

Dalla Camera, più precisamente dalla Commissione Finanze, l’Onorevole Trano (M5S), tramite la relazione sulla Nota di Aggiornamento del DEF (Documento di Economia e Finanza), conferma che la tanto attesa riforma del catasto non sarà all’ordine del giorno nemmeno quest’anno.

Egli infatti rende noto: “con riferimento alla revisione delle rendite catastali richieste dalla Raccomandazione della Commissione UE, in questa fase il governo non ritiene opportuno rivedere nuovamente l’impostazione sugli immobili, in quanto oggetto di numerosi cambiamenti legislativi negli ultimi anni.”.

Sono anni ormai che la riforma del catasto è ferma ai blocchi di partenza e pare sia diventata ormai “tradizione” inserire la disamina delle rendite catastali fra le principali finalità da perseguire in sede di redazione del DEF e della legge di bilancio, facendola diventare ormai un miraggio.

 

Riforma catasto: cosa cambia

Mediante la legge 23/2014 il Governo ha ottenuto la delega a procedere alla revisione delle rendite catastali, con lo scopo di sanare le sperequazioni delle stesse rendite. Come? Tramite l’uso del metro quadro al posto del vano, come unità di consistenza per la determinazione del valore patrimoniale di un immobile. Va inoltre aggiunto che la riforma prevedrebbe una diretta implicazione dei Comuni, da effettuarsi senza alcuna variazione di gettito e considerando le condizioni socio-economiche ed il nucleo familiare.

Il Decreto attuativo delle Delega Fiscale, mai approvato, contemplava che gli immobili non avrebbero più dovuto essere accorpati sotto categorie e classi, bensì in due tipologie distinte di fabbricati: ordinari e speciali, dove, ad esempio tra gli ordinari (categoria 0/1) possiamo trovare gli appartamenti e non più ville o immobili signorili, distinti da essi.

La determinazione del valore di un immobile attraverso i metri quadri, e non più attraverso i vani, consentirebbe una valutazione sicuramente più oggettiva; ogni unità immobiliare, infatti, godrebbe di una rendita e di un valore patrimoniale dati dalle reali caratteristiche del fabbricato stesso e della zona di appartenenza.

La delega al Governo, data dalla legge 23/2014, però, è scaduta il 27 giugno 2015 e da allora nessuno è mai riuscito a trovare una soluzione a questo ammuffito problema.

 

La Redazione